Ortinti Segni: Quadri alfabetici
estratto da Massimo Gerardo Carrese, Ortinti Segni, Ngurzu Edizioni 2014
Una scritta o un disegno può rappresentare anche qualcos’altro da ciò che immediatamente mostra ai sensi. Non mi riferisco alle illusioni ottiche o agli ambigrammi, né alle frasi autoreferenziali («questa frase è falsa») e neppure ai bifronti (acetone-enoteca). L’ambiguità che ho in mente è quella delle crittografie visive (crittogrammi = scrittura nascosta): disegni figurativi o astratti formati da sole lettere che, opportunamente riordinate, compongono una parola o, nei casi più impegnativi, un’intera frase.
Nella crittografia visiva le lettere dell’alfabeto non si mostrano più nella loro forma abituale ma, pur restando riconoscibili o perlomeno interpretabili, sono allungate, rimpicciolite, allargate, ristrette, ruotate, disposte a specchio. L’alterazione delle lettere, che varia a seconda del disegno, è necessaria al fine di creare un’immagine che nasconda un rompicapo linguistico da risolvere.
Chiamo le crittografie visive, iconiche o astratte, ortinti segni: una mia espressione che significa “ortografie di segni dipinti”. La parola “ortinti” nasce dall’unione delle iniziali di “ortografie” e dalle finali di “dipinti”.
L’ortinto segno è unicamente formato dalle lettere della parola nascosta: nel quadro alfabetico non vi sono altri segni grafici (si gioca con le sole lettere tracciate e non con le forme somiglianti a lettere che nascono tra gli spazi bianchi di uno o più segni). Così, se per esempio in un quadro alfabetico vedete un paesaggio o un volto, vuol dire che quel paesaggio o quel volto è ottenuto dall’insieme delle lettere della parola da indovinare e non bisogna ricercarle altrove.
L’ortinto segno è un gioco dalle molte potenzialità didattiche e ricreative, enigmistiche e ludolinguistiche, artistiche e culinarie (es. “biscotti crittogrammati”, “ortintinpasta”). Inoltre, è in fase di studio il suo possibile impiego riabilitativo nei casi di disturbi della scrittura e della lettura (con percorsi esclusivi condotti da logopedisti e da altre figure professionali).
L’ortinto segno è anche un gioco manipolativo: nelle lezioni di fantasiologia, insieme agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado e studenti universitari, spesso do forma a quadri tridimensionali ricorrendo all’uso di materiale vario (pongo, cartoncino, legnetti…).
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L’Ortinto Segno è un gioco fantasiologico ideato da Massimo Gerardo Carrese. Consiste nel disegnare immagini figurative con lettere di specifiche parole (drawing figures with letters of specific words). Esempi anche ne Il grande libro della fantasia, il Saggiatore 2023.
Vari Ortinti Segni sono stati esposti nelle edizioni del Festival Fantasiologico e nel corso degli anni sono stati impiegati in vari ambiti educativi e sociali (Festival della Filosofia in Magna Grecia, Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Master in Zooterapia, Giardini del Volturno – stand Ngurzu Edizioni, svariate scuole italiane di ogni ordine e grado, Erasmus Plus…). Il primo Ortinto Segno di Massimo Gerardo Carrese è stato pubblicato in “Clarus”, anno VIII n. 19/20 dicembre 2008.
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Alcuni esempi ideati da Carrese e pubblicati in Ortinti Segni (2014):
La copertina del libro è un insieme di Ortinti Segni. Per esempio la lettera “R” nasconde la parola “LUPO”. “R” di “LUPO”
In questo Ortinto Segno si nasconde una parola di 6 lettere
In questo Ortinto Segno si nasconde una parola di 7 lettere
In questo Ortinto Segno si nasconde una parola di 6 lettere
In questo Ortinto Segno si nasconde una parola di 8 lettere
Massimo Gerardo Carrese con un Ortinto Segno 3D da lui progettato, realizzato da Nino Santabarbara
Massimo Gerardo Carrese con un Ortinto Segno 3D da lui progettato, realizzato da Nino Santabarbara
lavorazione artigianale di un Ortinto Segno, a cura di Nino Santabarbara
colorazione naturale degli Ortinti Segni, a cura di Massimo Gerardo Carrese