Fantasiologo
M. G. C. [Massimo Gerardo Carrese, ndr] sponsorizza un tipico nome da esperto e studioso (grazie al suffisso -logo, di antichissima e grecissima origine), che lo riguarda direttamente. M. G. C. si definisce fantasiologo, ovvero «studioso di storie e caratteristiche della fantasia e dell’immaginazione». Va detto che il nome è bello. […] Poiché l’attività del fantasiologo mette in campo l’idea del gioco e, in particolare, del gioco linguistico, ci sentiamo di sostenere che il nome e l’attività rappresentano uno spiraglio divertente e intelligente in tempi di loquele e di azioni spesso funeste. […]
Enciclopedia Treccani Online, scheda di Silverio Novelli
Fantasiologo è una parola che già esisteva nella lingua italiana ma, da 23 anni a questa parte, ho deciso di declinarla come figura di studioso. In pratica si tratta di uno studioso che analizza gli aspetti scientifici, umanistici, ludici e artistici di tre facoltà che sono, appunto, la fantasia, l’immaginazione e la creatività. Il fantasiologo studia, quindi, gli aspetti tecnici della fantasia e lo fa nell’ambito della fantasiologia, anche questa è una parola che esiste da moltissimi anni, più precisamente dal 1760. Cerco di diffondere questa mia passione da anni nelle scuole, università, carceri e ospedali, in qualsiasi contesto sociale, specialmente quello educativo.
Massimo Gerardo Carrese, U24 Noise, 2024
Massimo Gerardo Carrese, foto di Officina Mirabilis
Il fantasiologo Massimo Gerardo Carrese illustra le sue riflessioni e ricerche sull’immaginazione, passando in rassegna diversi temi che spaziano dall’etimologia alla filosofia, dalla poesia, letteratura e gioco alla psicologia, linguistica, scienza, arte e musica.
La Repubblica, 2009
«Fantasiologo». Parola inventata da Massimo Gerardo Carrese?
No. Tuttavia, Massimo Gerardo Carrese ha creato la propria figura professionale del “fantasiologo”: un ricercatore che si dedica allo studio interdisciplinare della fantasia, dell’immaginazione e della creatività.
Un po’ di storia
Già nel 1987, la parola “fantasiologo” era apparsa in un’intervista su “Panorama”. Gianni Guadalupi si definiva con questo termine da quando aveva ideato la sua originale specializzazione: quella di “moderno scopritore di viaggi esotici”.
Per come in seguito intesa da Carrese, la figura del fantasiologo sarà legata all’attività professionale dello studioso che analizza criticamente gli aspetti scientifici, artistici, umanistici e ludici della fantasia, dell’immaginazione, della creatività.
Oggi?
Oggi la voce “fantasiologo” in Internet e sui giornali si riferisce soprattutto al lavoro di Massimo Gerardo Carrese.
Che fa il fantasiologo?
Il fantasiologo Massimo Gerardo Carrese approfondisce le radici filosofiche, psicologiche, artistiche e storiche della fantasia, dell’immaginazione e della creatività. In tal senso, studia le differenze e gli aspetti scientifici, umanistici, ludici e artistici che caratterizzano la fantasia (possibilità), l’immaginazione (immagini mentali) e la creatività (metodo, tecnica, originalità, finalità).
Offre consulenza ad aziende e organizzazioni per promuovere la creatività e l’innovazione all’interno dei loro contesti. Per adulti e bambini, organizza incontri, lezioni e corsi di formazione sulla fantasiologia, sia in contesti sociali sia universitari e scolastici. L’obiettivo è di sviluppare e potenziare abilità individuali e collettive associate a uno studio tecnico-scientifico della fantasia, immaginazione e creatività.
Il fantasiologo Carrese pubblica libri e articoli sulla fantasiologia e condivide le sue ricerche e conoscenze incontrando un pubblico trasversale e studiosi e studiose del settore. Crea giochi basati sui principi della fantasiologia, utilizzando linguaggi, numeri, arti e musica per stimolare la fantasia, l’immaginazione e la creatività in modo coinvolgente. Carrese progetta giochi linguistici, numerici e artistici per divertire e per indagare, soprattutto, in modo sistematico e pratico le facoltà che sono oggetto della fantasiologia.
Perché un fantasiologo è utile a tutti?
Contrariamente all’idea comune che le relega a semplici passaggi infantili o doti innate di pochi eletti, la fantasia, l’immaginazione e la creatività sono presenti in varia misura in tutte le persone e sono da tempo oggetto di studio. Da Platone a Bruno Munari, da Aristotele ad Anna Abraham, da Ipazia ad Annamaria Testa numerosi studiosi e studiose hanno dedicato e dedicano le loro ricerche a queste facoltà.
Carrese utilizza un metodo critico e analitico per condividere con il pubblico informazioni tecnico-scientifiche e ricerche pratiche legate alla fantasia, all’immaginazione e alla creatività, con l’obiettivo di aiutare le persone a sviluppare le loro competenze, potenzialità ed esperienze in questi ambiti. Approfondisce le molteplici sfaccettature di queste tre facoltà con ricerche e studi da vari campi del sapere. Psicologia, filosofia, design, musica, neuroscienze, arti e pedagogia sono solo alcuni degli ambiti che contribuiscono a comprendere la natura complessa di queste facoltà.
Come si diventa fantasiologi?
Non c’è un percorso di studi accademici che porti al titolo di “fantasiologo”. Il che non significa che il lavoro del fantasiologo sia privo di valore, di riconoscimento sociale o di una corretta classificazione fiscale e contributiva. Il fantasiologo Massimo Gerardo Carrese è un ricercatore indipendente, un libero professionista che in quanto tale paga le tasse.
Diventare fantasiologo, un esperto degli aspetti tecnico-scientifici della fantasia, dell’immaginazione e della creatività, è un percorso che richiede un lungo e continuo apprendimento, come qualsiasi altra professione svolta con serietà. Carrese ha iniziato nel 2001, intraprendendo un percorso autonomo ma fondato su studi interdisciplinari, riferimenti bibliografici, pubblicazioni, esperienze pratiche e confronti con esperti e pubblico di tutte le età e provenienze.
L’ambito di studio
Massimo Gerardo Carrese identifica la fantasiologia come proprio ambito di studio e di ricerca.
Al centro della sua analisi, ci sono le parole chiave che ha individuato per uno studio della fantasiologia: percezione, associazione, immaginazione, fantasia, fantasticheria, creatività, realtà. Attraverso queste parole chiave, Carrese osserva, studia, gioca e sperimenta.
Per approfondire: è possibile visitare l’archivio “rassegna stampa“, con articoli provenienti da quotidiani nazionali, locali e online, che dal 2006 raccoglie una selezione delle notizie dedicate all’autore e alla fantasiologia.
Massimo Gerardo Carrese gira l’Italia suscitando curiosità, [coinvolge] i partecipanti, chiamati a verificare con dimostrazioni pratiche e giochi alfanumerici le contraddizioni, le bizzarrie, le potenzialità della fantasia e dei suoi mondi paralleli.
Laura Laurenzi, La Repubblica 2012
Come si diventa fantasiologhi? “Dalla curiosità e dall’inquietudine personale, dal desiderio di scuotere le cose per vedere come sono fatte
e per ricavarne dell’altro, scoprendo il possibile”.Massimo Gerardo Carrese per “La Repubblica”, 2019
What does it mean to practise the profession of fantasiologist?
Fantasiologist, in Italian “fantasiologo”, is a word that already existed in the Italian language but, for the last 23 years, I have decided to adopt it as the work of a scholar. Basically, it is an expert who analyses the scientific, humanistic, ludic and artistic aspects of three faculties: imagination, imagery and creativity. The fantasiologist therefore studies the technical aspects of imagination in the field of fantasiology, a word that has been around for many years, since 1760 to be precise. I have been trying for years to spread this passion of mine in schools, universities, prisons and hospitals, in any social context, especially in education.
Among the tasks of the fantasiologist, there is one that both stimulates and torments me the most: explaining that imagination and imagery are not activities related to the escape from reality (i.e. reverie or daydream), but faculties with historical and scientific characteristics that must be studied if we want to understand these faculties and their way of becoming concrete in the reality we live in.
Unfortunately, many people improvise on these subjects. But we cannot talk about imagination, imagery and creativity just from personal opinion or personal experience or just because you have read this or that book on the subject. There is an interdisciplinary study to be done, technical information to be unravelled, and imagination is a complex and contradictory study that begins in the fifth century BCE and involves authors from all places and disciplines, not just philosophers and artists.
Imagination, like imagery and creativity, is not a word to be filled with content at will but is a faculty with specific technical information. Its history is – wrongly – never taken into account by those who teach courses on imagination. I am not referring to the scrupulous scholar or to those who carry out meticulous bibliographical research before writing or speaking publicly about imagination.
It is this superficial writing or speaking that continues to reduce the imagination, once again, to the mere moment of break, identifying it with the escape from reality, with daydreaming, with the construction of imaginary worlds, with mental appearance and abstraction, whereas it is a faculty linked to rationality, logic, concreteness, demonstration with a complex history and scientific characteristics on which we cannot improvise except at the cost of communicating inaccuracies.
This is the point: who will notice if a statement about imagination is false? We can easily understand that the statement “William Shakespeare wrote Pride and Prejudice” is false, and we can prove it, but on what documentation can we affirm the inconsistency of the statement “Imagination is a human faculty that creates imaginary worlds and it is the freest faculty of all”?
Imagination is competence and not improvisation. We can understand imagination not only from experience but also from its history. Both, history and experience. Therefore we must also analyse imagination from an interdisciplinary point of view, first of all by deepening the technical differences between imagery, creativity and daydreaming. Like imagination, these faculties have their own characteristics. The work of the fantasiologist and the field of fantasiology consists in this critical study of imagination and imagery, daydreaming and creativity.
WHO IS THE PHANTASIOLOGIST?
M. G. C. [Massimo Gerardo Carrese, ed.] has a typical name of expert and scholar name (thanks to the suffix -logo, of Greek origin), which concerns him directly. He defines himself as a phantasiologist, “scholar of stories and of the characteristics of imagination and imagery”. It is a nice name, it has to be said […] Since the activity of the phantasiologist is related to the idea of the game and, in particular, of the linguistic game, we can say that the name and the activity represent an amusing and intelligent glimmer in times of talkative and of often fatal actions. […]
From the online Treccani Encyclopedia, by the lexicographer Silverio Novelli
“Fantasiologist (or phantasiologist)”: is this a word invented by Massimo Gerardo Carrese?
No. But Massimo Gerardo Carrese has created his own professional figure of the ‘fantasiologist’: a researcher dedicated to the interdisciplinary study of imagination, imagery and creativity.
A little history
In 1987, the word ‘fantasiologist’ appeared in an interview published in the Italian magazine “Panorama”. It was the Italian writer, translator and essayist Gianni Guadalupi who defined himself with this term, since he had invented his original specialisation: that of the “modern discoverer of exotic journeys”.
However, as Carrese later understood it, the fantasiologist would be linked to the professional activity of the scholar who critically analyses the scientific, artistic, humanistic and playful aspects of imagination, imagery and creativity.
And today?
Today, the word “fantasiologist” on the Internet and in newspapers refers mainly to the work of Massimo Gerardo Carrese.
What does a phantasiologist do?
The fantasiologist Massimo Gerardo Carrese explores the philosophical, psychological, artistic and historical roots of imagination, imagery and creativity.
He studies the scientific, humanistic, playful and artistic aspects that characterise imagination (possibilities), imagery (mental images) and creativity (method, technique, purpose and originality). The fantasiologist advises companies and organisations on how to promote creativity and innovation in their context. He organises meetings, lectures and training courses on phantasiology for adults and children in social, university and school contexts. The aim is to develop and improve individual and collective skills related to the technical and scientific study of imagination, imagery and creativity.
The phantasiologist Carrese publishes books and articles on phantasiology and shares his research and knowledge through meetings with the general audience and with scholars from different disciplines. He creates games based on the principles of fantasiology, using languages, numbers, art and music to stimulate imagination, imagery and creativity in an engaging way. Carrese designs linguistic, numerical and artistic games to amuse and to investigate, above all, in a systematic and practical manner the faculties that are the subject of fantasiology.
Why is a fantasist useful to everyone?
Contrary to popular belief, which relegates them to childhood passages or the innate gifts of a select few, imagination, imagery and creativity are to varying degrees in all people and have long been the subject of studies. From Plato to Bruno Munari, from Aristotle to Anna Abraham, from Ipazia to Annamaria Testa, many scholars have dedicated and continue to dedicate their research to these faculties.
Carrese uses a critical and analytical method to share with the community technical-scientific information and practical research related to imagination, imagery and creativity: the aim is to help people to develop their skills, potential and experience in these areas. He delves into the many facets of these three faculties with research and studies from various fields of knowledge. Psychology, philosophy, design, music, neuroscience, the arts and education are just some of the fields that contribute to understanding the complex nature of these faculties.
How does one become a fantasiologist?
There is no academic course that leads to the title of ‘fantasiologist’. This does not mean that the work of the fantasiologist is without value, without social recognition, without taxes. The fantasiologist Massimo Gerardo Carrese is an independent researcher, a freelancer who pays taxes as such.
Becoming a fantasiologist, i.e. an expert in the technical and scientific aspects of imagination, imagery and creativity, is a path that, like any other serious profession, requires long and continuous learning. Carrese set out on this path in 2001, embarking on an autonomous journey based on interdisciplinary studies, bibliographical references, publications, practical experience and comparisons with experts and audiences of all ages and backgrounds.
Fantasiology
Massimo Gerardo Carrese identifies fantasiology as his field of study and research. Central to his analysis are the keywords he has identified for the study of fantasiology: perception, association, imagination, imagery, reverie, creativity, reality. Through these keywords, Carrese observes, studies, plays and experiments.
For more information: you can visit the Press Review archive, with articles from national, local and online newspapers, which has been collecting a selection of news dedicated to the author and to fantasiology since 2006.
Svirgolo, incontri divulgativi di fantasiologia di Massimo Gerardo Carrese, giugno-luglio 2021