Massimo Gerardo Carrese
Fantasiologia

Fantasiologia

Con la fantasiologia di Carrese ci si educa a vedere le cose dietro le cose 
e a leggere nella forma del mondo segni, lettere e alfabeti sorprendenti.

M.E.M.O.RI. – Matera Capitale Europea della Cultura 2019

Il più importante libro di Massimo Gerardo Carrese sulla fantasiologia è:

Il grande libro della fantasia, il Saggiatore 2023

Fatto sta che ho cominciato a leggere il libro e non ho più smesso: un divertente zibaldone, talvolta teorico ma più spesso scherzoso, pieno di giochi e di invenzioni. Carrese traccia i confini incerti tra fantasia, immaginazione, creatività.

Paolo Legrenzi, “Il Sole 24ore”, 2023

Lasciare aperte tutte le porte

di Massimo Gerardo Carrese

da Il grande libro della fantasia, il Saggiatore 2023

«Uno studio sulla fantasia può sembrare a molti una impresa impossibile.» Inizia con queste parole Fantasia di Bruno Munari, artista e designer. Sembra insolito affermare che la fantasia, l’immaginazione e la creatività si possano studiare. Ancora più singolare è scoprire che si fa da tempo. Conoscere e avere dimestichezza con le informazioni tecniche di queste facoltà è tra i motivi per cui scriviamo questo libro di fantasiologia.

Che cos’è la fantasiologia e di che cosa si occupa? È uno studio che dal 2001 proviamo a organizzare su basi bibliografiche ed esperienziali, confronti con professionisti e incontri divulgativi. La fantasiologia esplora e qualifica nella vita quotidiana e nelle varie discipline gli aspetti scientifici e umanistici, ludici e artistici della fantasia, dell’immaginazione e della creatività, e di altre sue parole chiave quali percezione, associazione, fantasticheria e realtà.

La parola «fantasiologia» arriva dal 1760 ed è nel titolo del libro dello scrittore e militare francese Antoine de Pas de Feuquières:Phantasiologie, ou lettres philosophiques a madame de *** sur la faculté imaginative. Da allora, sino alla nostra contemporaneità, questa parola ha abitato numerosi significati, non sempre coerenti al contesto e ad altre funzioni che noi le riconosciamo a partire dalla sua stessa morfologia: è composta dal suffisso -logia che indica «studio, teoria, trattazione» (dal greco -λογία), e fantasio- che richiama la radice greca φαίνω (phainō) nell’ampio significato di «mostrare, far vedere, dimostrare, sembrare, apparire, provare, rendere chiaro, rendere visibile, mettere in luce, esporre, interpretare». In sintesi, la fantasiologia studia ciò che si mostra, sembra, appare.

La φαντασία (phantasia) è parola anzitutto filosofica e accoglie in sé il germoglio di voci che oggi identifichiamo in vocaboli come «fantasia», «immaginazione» e «creatività». È oggetto di osservazioni, ricerche e studi che iniziano nel V secolo p.e.v., probabilmente la prima attestazione è in Ctesia di Cnido, e raggiunge i nostri giorni con rinnovate analisi storico-scientifiche a cui si sono aggiunte nel tempo prospettive artistiche, ludiche e letterarie.

La fantasia, l’immaginazione, la creatività: con il loro incessante intersecarsi nella vita quotidiana di ognuno di noi e in tutte le discipline che organizzano la nostra conoscenza e la realtà in cui viviamo, ci portano a due riflessioni. La prima è che possiamo approcciare queste facoltà secondo la nostra più libera opinione ma con la consapevolezza che le stesse, insieme ad altre parole chiave che incontreremo, si caratterizzano per qualità storiche e scientifiche, ludiche e artistiche dalle quali non possiamo prescindere se aspiriamo a osservarle più attentamente e più da vicino al fine di comprenderne funzioni, ruoli e attributi. La seconda riflessione è, quindi, capire che cosa significhino le parole «fantasia», «immaginazione» e «creatività». Sono voci polisemiche, vale a dire che dal contesto e dalla lingua in cui le incontriamo, attivano significati e sensi differenti.

Poniamoci una domanda: possiamo trattare di fantasia senza conoscere le ultime ricerche scientifiche che la coinvolgono o parlare di immaginazione senza sapere la differenza tra imaginatio (immaginazione: εἰκασία) e phantasia (fantasia: φαντασία) o di creatività ignorando la fenomenologia della novità (il concetto di nuovo nel suo studio articolato, che incontreremo più avanti nel libro)? Sì, a patto di essere chiari, con noi stessi e i nostri interlocutori, che stiamo esponendo e condividendo nozioni arricchite più da impressioni personali che da conoscenze storico-scientifiche sull’argomento.

È come pubblicare un libro sulla Divina Commedia di Dante Alighieri e avvisare i lettori che siamo appassionati dell’opera e non cultori di studi danteschi.

La fantasiologia che ci riguarda approccia a studi specialistici sulla fantasia, l’immaginazione e la creatività ma non dimentica di lasciare aperte le porte a quelle condizioni del possibile che ancora non trovano dati a sostegno di quanto vorrebbero determinare. Accanto ai percorsi di studi secolari e tecnici accogliamo ragionate ipotesi e suggestioni che arrivano da incontri divulgativi, esperienziali, formativi, da ricerche sul campo e confronti con studiosi.

Quelli della fantasia, immaginazione e creatività sono territori vasti e spinosi e abbiamo ancora molto, e noi per primi, da imparare.


Una nota sulla φαντασία

«La parola φαντασία (phantasia) è legata a φαίνω (phàinō) che vuol dire “mostrare”, “rendere manifesto”, “sembrare”, “apparire”, “rivelare”. La φαντασία ausculta possibilità, cioè opportunità da svelare, quando mette in relazione, in certi modi, le cose del mondo e le nostre conoscenze. Lavora con le possibilità essenzialmente in tre maniere, suggerite dai significati richiamati poc’anzi: per apparizione, quando le riflessioni, per esempio una metafora su un battello a vapore, trovano spazio solo nella nostra testa; per sembianza, quando facciamo finta che una penna sia un battello a vapore e la animiamo; per dimostrazione, quando siamo in grado di provare, secondo una logica oggettiva, che quella stessa penna sia anche un battello a vapore. “Anche” è possibilità, relazione, congiunzione. La φαντασία, da apprendere insieme all’εἰκασία (eikasia: immaginazione), si muove in vasti campi e contesti storici, databili dal V secolo p.e.v., per cui non disponiamo di una sola sua definizione. Questo ci rende le cose complicate e al tempo affascinanti perché possiamo analizzarla da più punti di vista. La fantasiologia che studiamo dal 2001, individua i processi scientifici e umanistici, ludici e artistici che qualificano la φαντασία, affinché sia esercizio di disvelamento e apertura a nuove possibilità di fare relazione.»

Massimo Gerardo Carrese, Una nota sulla φαντασία, “Per Disvelare” 04/03/2023

Il grande libro della fantasia, il Saggiatore – quarta di copertina, rivista MIND, marzo 2024

La fantasiologia e Massimo Gerardo Carrese

La fantasiologia è per Massimo Gerardo Carrese, fantasiologo di professione, lo studio critico e analitico degli aspetti scientifici, umanistici, ludici e artistici della fantasia (il possibile), dell’immaginazione (la forma delle immagini mentali) e della creatività (la tecnica, il metodo, l’originalità, la finalità). 

Fantasiaimmaginazionecreatività sono le tre parole essenziali della fantasiologia ma per comprenderle a fondo è necessario studiare anche la percezione, l’associazione, la fantasticheria, la realtà

Alla fantasiologia, dal 2001 Carrese ha dato un’inedita veste metodologica affinché divenisse strumento di indagine per verificare le complessità del pensiero in relazione alla fantasia, all’immaginazione e alla creatività. Nello specifico, egli lavora sulle seguenti parole chiave per strutturare l’ambito interdisciplinare della fantasiologia: percezione, associazione, immaginazione, fantasia, fantasticheria, creatività, realtà, parole che approfondisce nei suoi scritti e incontri.

Carrese pubblica opere varie sul tema, con attività di consulenza e organizza incontri in ambito universitario, scolastico e sociale. 

Sulla fantasiologia esiste una rassegna stampa dal 2006 a oggi.


Massimo Gerardo Carrese, Labis, 2023

Massimo Gerardo Carrese, RAI DOCUMENTARI “Plastic War”, 2021

La fantasiologia come ambito di studio

«Ho iniziato le riflessioni sulla fantasiologia ricercando la natura etimologica della parola che comprende il suffisso -logia, che richiama il concetto di uno studio, e la parola fantasia, dal greco pháino, che vuol dire mostrare, rendere manifesto.

La parola “fantasiologia” esiste già in un testo del XVIII secolo ed è citata da Derrida, tra gli altri, ma non intesa come studio dell’analisi critica della fantasia e dell’immaginazione. Io l’ho intesa come tale provando a darle una veste metodologica e a individuare una figura professionale di riferimento, il fantasiologo, che si occupasse di queste […] facoltà con basi solide, riferimenti bibliografici e percorsi di ricerca accurati.

Le parole fantasia, immaginazione e creatività hanno una storia che riguarda autori di ambiti scientifici, umanistici, artistici e ludici. Quindi non è possibile parlare di queste tre facoltà solo per opinione personale, ma è necessario studiarne la storia e gli aspetti tecnici.» 

Massimo Gerardo Carrese per la Scuola di Giornalismo, Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” (intervista, 2021)

Educazione e competenza

«Sono uno studioso degli aspetti scientifici, umanistici, ludici e artistici della fantasia, dell’immaginazione e della creatività. Il mio ambito di ricerca è la fantasiologia e di fantasia, immaginazione e creatività mi occupo dal 2001. Sono un fantasiologo, è il mio lavoro a tempo pieno. Lavoro con università, scuole, associazioni, istituti di formazione, fondazioni, librerie, biblioteche, carceri, musei….

Tra i compiti del fantasiologo ce n’è uno che più mi stimola e, allo stesso tempo, mi tormenta: quello di far conoscere che fantasia e immaginazione non sono attività legate alla fuga dalla realtà (quella è la “fantasticheria”) ma facoltà con caratteristiche scientifiche e storiche necessarie da studiare se vogliamo comprendere queste facoltà e il loro modo di concretizzarsi nella realtà in cui viviamo. Purtroppo, molte persone improvvisano su questi argomenti ma non possiamo parlare di fantasia, immaginazione e creatività solo per opinione o per esperienza personale o perché si è letto questo o quel libro sul tema. C’è uno studio interdisciplinare da affrontare, informazioni tecniche da districare e quello della fantasia è uno studio complesso e contraddittorio che inizia nel V sec. p.e.v. 

La fantasia, al pari dell’immaginazione e della creatività, non è una parola da riempire di contenuti a piacere ma è una facoltà con specifiche informazioni tecniche. Esiste una storia della fantasia che inizia nel V sec. p.e.v. e coinvolge autori e autrici di ogni luogo e disciplina, non solo filosofi e artisti. È una storia che, a torto, non è mai presa in considerazione da chi fa divulgazione a più livelli sulla fantasia, e non mi riferisco al professionista attento e competente. È questa divulgazione in superficie che continua a ridurre la fantasia, ancora una volta, al solo momento di ricreazione, a identificarla con l’evasione dal reale, con il sogno a occhi aperti, con la costruzione di mondi immaginari, con la sembianza, l’astrattezza, laddove è invece facoltà legata anche alla razionalità, alla logica, alla concretezza, alla dimostrazione e ha un percorso storico e caratteri scientifici su cui non si può improvvisare se non al costo di comunicare inesattezze. Ecco il punto: chi si accorge quando un’informazione sulla fantasia non è corretta? Siamo in grado di capire abbastanza facilmente che la frase “Alessandro Manzoni ha scritto la Divina Commedia” è sbagliata, e lo possiamo provare, ma su quali basi affermiamo l’incoerenza della frase “la fantasia è la capacità degli esseri umani di creare mondi immaginari ed è la facoltà più libera di tutte”?

La fantasia non è semplice improvvisazione, ma una vera e propria competenza che richiede dedizione e approfondimento. Per comprenderla appieno, è necessario adottare uno sguardo interdisciplinare, analizzandone le sfumature e confrontandola con concetti come l’immaginazione, la creatività e la fantasticheria.

Immaginazione, creatività e fantasticheria, pur condividendo alcuni tratti con la fantasia, possiedono caratteristiche distintive che le rendono facoltà a sé stanti. Il lavoro del fantasiologo consiste proprio nello studio critico di queste diverse facoltà, nel contesto della fantasiologia.». Massimo Gerardo Carrese, 2021

La fantasiologia, uno studio che si avvale di approcci provenienti dalla psicologia, dalla filosofia, dalla letteratura, dalle arti visive e da altre discipline per comprendere il ruolo e l’importanza nella vita umana della fantasia, intesa come strumento di conoscenza e non come evasione dalla realtà.

Cronache della Campania 2024

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Massimo Gerardo Carrese, Una nota sulla φαντασία, “Per Disvelare” 04/03/2023. Translated by M. G. Carrese

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