Prima ero alla cassa e mi sono reso conto che io resto ad aspettare il mio resto, cioè mi è capitato forse due o tre volte in tutta la mia vita, che io mi ricordo ancora la mia vita, non tutta ma gran parte di tutta, che io alla cassa che ero sovrappensiero e allora andavo via senza prendere il resto e che la cassiera o il cassiero che mi dicevano aspetti il resto, e talvolta mi chiamavano anche le persone la chiamano per il resto e allora tornavo indietro a prendere il resto e andavo via perdonatemi no ma nessun problema ero sovrappensiero no ma capita e cose così ma oggi ho capito che quando resto ad aspettare il resto che dopo che mi hanno dato il resto non resto più ad aspettare a niente. Il resto non mi fa restare da nessuna parte. Il resto mi mette in movimento. La mancanza di resto, invece, sì, cioè io aspetto il mio resto e allora resto dove sono ma quando me lo danno io vado via. Il resto mi rende dinamico. Il resto mi fa restare ma anche andare via, prima restare e poi andare via. Che poi quando mi danno per esempio il resto da venticentesimi di due euro, perché non hanno due euro intero, cioè una moneta da due euro e allora mi danno come resto dieci venticentesimi, che mi chiedono scusa perché mi danno il resto tutto a monete che sono tante e allora mi chiedono scusa perché sono troppe le monete di resto ma mi dicono scusa e che non hanno resto eppure la cassiera o il cassiero proprio in quel preciso istante me lo dà il resto però sottoforma di tante monete ma però mi chiedono scusa perché mi danno tante monete invece che pensavo al mendicante che è lì fuori al sole con la mano aperta ad aspettare il resto e che tu quando esci gli dici scusa non ho niente e invece hai tanto resto di monete che ti hanno dato chiedendoti scusa. Due modi di chiedere scusa. Pensavo a questo. Alla cassa. Arrivederci. Il resto l’ho preso? Sì.
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