Entro nel supermercato. Saluto. Nessuno mi risponde. Che io entro sempre dalla porta principale, che è l’unico ingresso, che subito dopo quando che entro nel supermercato, non in tutti, ma soprattutto in questo, che c’è la cassiera che mi guarda che è di fronte all’ingresso, una sola cassa, che mi guarda mentre con la mano sinistra mette le cose del cliente che le fa scivolare, si dice così?, le fa scivolare sul tappetino quello nero dove che scorrono i prodotti e pure il cliente mi guarda ma però che non mi salutano. Allora io risaluto e continuano a non rispondermi però già questa volta la cassiera non mi guarda più e neanche il cliente che invece guarda nel portafoglio e allora io da non salutato vado nelle corsie dove che devo andare e penso che sono diventato invisibile. Cioè io lo so che sono visibile però sono invisibile, pure. Sono due cose. Al supermercato sono due cose. Però non solo al supermercato. E allora mentre prendo le cose penso che quando pago le tasse sono visibile e non invisibile. Alcuni però sono invisibili. Quando vado ai concerti sono visibile ma non vedo tutti, alcuni sono invisibili, cioè so che sono lì ma non li vedo, allora sono invedibili? No, non si dice forse in questo caso allora invisibili e quando parlo con le persone sono visibile alle persone a cui che io parlo però poi penso a delle persone, pure, mentre che parlo con le persone, penso alle persone che non ci sono e allora quelle che mi stanno di fronte sono visibili quelle a cui penso mentre penso sono invisibili. Quando vado alla posta sono visibile e ho anche un numero, come dal macellaio, a chi tocca? Al 35! Sì sono io. Sono visibile. Sono il 35. Al parco della città che io mi sono visibile ma pure invisibile non è che tutti mi vedono e non è che io vedo tutti e perciò come al concerto, pure io sono visibile ma pure gli altri a me non mi vedono e sono invisibile e pure quando vado nei cimiteri sono visibile e pure invisibile, al cimitero ci sono tanti invisibili, come in una metropolitana, però pure nei piccoli paesi che sono tutti invisibili nelle loro case e quando parlo con il mio cane sono visibile, quando il cane mi parla pure. Poi a me mi piacerebbe che la tecnologia che imita l’ambiente circostante, per esempio che dici che fai oggi? Faccio un camouflage attivo, mi mimetizzo con l’ambiente, cioè sei visibile ma pure invisibile. Come il camaleonte? Sì però non sono un camaleonte. Allora sembra divertente. Sì ma è difficile essere invisibile allora devi scegliere i posti giusti per esempio se riesci a entrare al supermercato e saluti e loro non ti salutano allora hai vinto un punto dell’invisibilità se invece ti salutano ha vinto un punto della visibilità. Poi la sera, prima di dormire, conti quante volte sei stato visibile e quante volte sei stato invisibile. Io per esempio ultimamente sono molto invisibile. Non è un dispiacere ma mi pare un dato di fatto. Però sono anche visibile ogni giorno al mio cane, per dire, che lui conta tutti i giorni le mie visibilità, per dire. Che poi uno può domandarsi per chi sono visibile e per chi invisibile? O anche per cosa? Per esempio per una pianta sei visibile o invisibile? Per esempio anche che ci sono i tessuti che dici sono composti da nanotubi di carbonio che dici che piegano la luce intorno a chi li indossa che sei sempre visibile ma invisibile pure perché sei visibile se c’è luce invisibile se non c’è allora al supermercato c’è la luce, non sono mai entrato in un supermercato senza luce, però non mi salutano con la luce e allora forse anche senza luce sono invisibile, che il non saluto è un segnale di invisibilità per esempio, anche se ti guardano, potrebbero guardarti ma pensare ad altro e allora vinci l’invisibilità solo se non ti salutano e non mi salutano o forse brillo di notte e allora di notte mi vedono? Non lo so se brillo. Forse no. Credo di no. No. Poi che ci sono le tecniche di pittura e di design che creano l’illusione dell’invisibilità. Non so spiegare bene però è una cosa così. Poi che ci sono i mantelli dell’invisibilità. Cioè il mantello è visibile e tu pure poi quando te lo indossi che il mantello è invisibile e tu pure. Che non ho mai capito come fai a vedere quando che ti devi togliere il mantello se non ti vedi tu e non vedi il mantello. Che se sei invisibile sei invisibile anche a te stesso? E se sei visibile, sei visibile anche a te stesso? Poi che ci sono le operazioni chirugiche che ti alterano il volto per renderti irriconoscibile, qui che dici che sei invisibile per irriconoscibilità. Cioè tu sei visibile agli altri ma nessuno ti vede per quello che eri prima dell’operazione ma per quello che sei ora, allora sei invisibile per la tua identità originaria. Questo è un altro grado di invisibilità. Poi ci sono gli hologrammi che sono le proiezioni che mascherano la presenza reale di una persona allora sei visibile però anche no, in parte visibile e in parte invisibile, sì e no. Gli hologrammi a me non mi sono mai piaciuti veramente però anche sì. Poi che dici che c’è la tecnologia metamateriale che dice che manipola la luce per rendere un oggetto invisibile che al supermercato poiché perché nessuno mi saluta potrei comprare le cose con la tecnologia metamateriale e uscire senza pagare e senza salutare. Forse non mi salutano perché c’è l’invisibilità sonora? Poi c’è chi si nasconde online e nei database con la crittografia o poi che ci sono gli abbigliamenti che si mimetizzano per le telecamere a infrarossi, per esempio, però io vesto male e sempre di nero, spesso, e allora non mi mimetizzo. Cioè io lo so che mi vesto male perché so come ci si veste bene altrimenti non lo saprei che mi vesto male ma male per chi? Per me stesso male cioè io lo so ma non voglio vestirmi bene perché mi piace vestirmi male. Sto bene male. Mi sento bene male. Poi ci sono altre cose che adesso devo fare la spesa e non posso stare a fare una lista, come la lista della spesa che fai la lista delle invisibilità che come la tecnica psicologica per non essere notati o ricordati. Chi?
Per altri spuntisunti inediti, visita questa pagina