Alle volte a me mi capita di andare a mangiare da solo al ristorante e di trovarmi nella condizione in cui ci si trova come chi va a mangiare da solo in un ristorante, cioè quello di essere da solo a mangiare e di potersi guardare intorno senza la preoccupazione di dover condividere una conversazione con qualcuno, necessariamente, che è seduto di fronte a te. Che per me conversare è una preoccupazione, certamente. Allora che io mi guardo intorno e che io mi vedo agli altri tavoli che sono con la famiglia con il fidanzato con la fidanzata con la mamma con la suocera con il nipote con l’amico con l’amica a conversare ma io sono da solo e questo non mi dispiace e poi dove ci sono minimo due persone, come gli antipasti che prevedono che tu possa mangiare minimo a due persone, un antipasto per due persone, e allora gli antipasti non sono inclusivi perché non puoi mangiare l’antipasto se sei una persona sola e da sola ma se sei due persone sì, allora di solito io ci vado sdoppiato e dico un antipasto e loro dicono ma è per due persone e io dico io sono due persone. Di solito a quel punto ridiamo un po’ con il cameriere ma fino a un certo punto perché poi quando il cameriere capisce che non scherzo allora diventa interessante che prende con la testa piegata il menu sul tavolo e un po’ spostato di lato con il corpo il braccio che si allunga al tavolo e dice arriva subito e che la serata ma dicevo che poi ti guardi intorno e vedi che non c’è un tavolo dove che c’è un’altra persona da sola in quel momento lì e che tu sei quello che mangia da solo al tavolo da solo al ristorante che a me mi piace di andare a mangiare da solo per cercare di fare i sorrisi di cortesia. Che alle volte quando mi giro trovo gli occhi di qualcuno che mi guardano e allora io sorrido di cortesia e che il sorriso è ricambiato e allora di solito a quel punto la serata per me è riuscita. Sono particolarmente felice. Non è facile cercare i sorrisi di cortesia quando gli altri sono tutti presi a mangiare e a guardare il cellulare o a parlare tra di loro non è che ti stanno a guardare che tu sei solo e che non sanno che tu sei andato lì a cercare di fare il sorriso di cortesia. Che è un sorriso che tu tieni strette le labbra e le stiri verso l’esterno della faccia ma senza far vedere i denti all’altro. Questo è il sorriso di cortesia che cerco di fare. Poi ve ne sono diversi ma a me piace fare questo. Devo riuscire a cogliere dei momenti del pranzo o della cena che potremmo definire favorevoli al sorriso di cortesia e questi momenti, di solito, sono improvvisati al momento. Non c’è un momento adatto. Di solito però, se posso dire dopo anni di esperienza, poco prima del dolce di solito il sorriso di cortesia accade poco prima del dolce. Raramente prima del pranzo. Raramente dopo. In bagno, pure, mentre ci si lava le mani e ci si guarda allo specchio e si punta un occhio di riflesso allo specchio verso l’altro e che l’altro pure ti guarda di riflesso e allora scatta il sorriso di cortesia quando vi guardate di riflesso. Non c’è erotismo. Solo cortesia. Dipende dai ristoranti, comunque, poiché l’erotismo è negli spazi comuni dove le donne che ci sono pure gli uomini almeno io parlo che mi piace l’erotismo delle donne quello degli uomini non mi interessa le donne sì che ci cerchiamo gli sguardi negli specchi negli spazi in comune. Che uno va in bagno per guardarsi di riflesso, penso, che strana cosa l’erotismo, è imprevedibile, come il sorriso di cortesia, però dipende dal ristorante e ma allora io non lo so dire quando che c’è il sorriso di cortesia. Capita. Concludo allora queste mie riflessioni che dicendomi che è una variabile incontrollata. Non si sa quando si può trovare. Per questo mi piace. Come l’erotismo. Però lo trovo quasi sempre. Come l’erotismo. Dipende dai ristoranti però. Che ci sono quei ristoranti con Fly me to the moon cantata da una donna in un pezzo registrato in smooth jazz in sottofondo la musica che lì è semplicissimo sorridere di cortesia. Che sono dei posti terribili, quelli. Allora il sorriso di cortesia è più intenso.
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