Quando che io mi vado dall’elettrauto come l’altro giorno che io mi sospetto spesso di andare a fare un esercizio di realtà. Però la cosa non mi convince. Che in officina ci tocchiamo in discorsi che non lasciano il passaggio a nessuna finzione, anche se non ci credo, però non ci sono finzioni durature nel tempo, è questo che intendo, che io mi sto lì ad aspettare il mio turno che poiché quando arriva uno che prima dice cosa non va, per esempio dice che ha una lampadina guasta, e poi inizia a parlare di tasse che le lampadine costano care e che tutti gli vanno dietro e che l’elettrauto mentre lo ascolta e che cambia la lampadina al primo cliente arrivato che si apre il discorso sulle tasse con i presenti che ognuno dice le cose e siamo nella realtà, nella loro realtà, e questa è una finzione. Però le tasse sono pure finte, penso, cioè è un sistema di finzioni che ci siamo inventati e che chiamiamo realtà. Che mentre penso arriva l’altro e dice che la macchina il segnale della benzina è spento, ed è già un’altra cosa reale, non c’è finzione nella sua voce, almeno apparentemente, che poi parla del prezzo della benzina, ed ecco la finzione, e anche del ristorante dove è andato a mangiare, che l’altra discussione si perde e ora tutti a parlare di cibo, che è un’altra cosa reale, pure finta però, perché ognuno mangia con le proprie finzioni, è una bella frase ma forse è da rivedere il concetto, poi arriva quello che dice della batteria che l’auto stamattina non partiva come al solito e allora è una cosa reale il suo problema, i problemi sono reali finzioni, sì è una frase buona ma non c’è sostanza, e poi parla di donne mentre che l’elettrauto controlla la batteria e qui siamo nella realtà, che l’elettrauto pure mentre fa una cosa a una macchina poi ne va a fare un’altra a un’altra e così poco alla volte sbroglia tutti e tutto ma non sembra regolare nelle sue azioni, questo è reale ed è anche una finzione, evidentemente, che il cliente si guarda intorno dice che siamo tutti uomini e allora racconta una cosa sulla donna ma qui siamo pure nella realtà della finzione, mi pare dovremmo definire realtà e finzione, come con il cibo e il ristorante e le tasse che le ipotesi anche sulla realtà prima o poi portano alle finzioni, ecco questa è una buona frase da rivedere però, ma mentre stiamo dando spazio alle finzioni e che allora sembrerebbe arrivare il discorso sulle finzioni quelle che potremmo dire che ti distacchi completamente dalla realtà, sì ma se ti distacchi dalla realtà che vuol dire questa frase?, che arriva la signora con il bambino che lei dice che l’auto dietro lo stop non si accende che il segnale della spia glielo comunica, e allora eccoci nella realtà di nuovo mentre stavamo fingendo e si parla di automobili adesso, anche in presenza della signora, che è una finzione perché abbiamo sospeso il discorso sulla donna di prima, che il bambino si guarda intorno ed è in un’altra realtà evidentemente, finge come noi, che risponde malvolentieri alle domande che classe fai, ti piace la scuola e cose così mentre si svita una lampadina che la signora va di fretta il bambino a scuola che hanno queste spie nuove le auto che segnalano i guasti, per dire, e poi quando la signora va via grazie è una cosa reale si parla di prestiti e di case e di altre cose, tutte reali queste cose però anche finte che però devi capire se parlare di falsità o di finzione non è la stessa cosa, e pure del bambino, che i bambini di oggi sono problematici, dicono, ma questo è finto. La finzione entra in gioco dall’elettrauto, sì, ma a me mi pare avere poco spazio per svilupparsi in pieno perché c’è sempre il cliente che arriva e che ti porta alla realtà, nella sua realtà che poi diventa pure la tua. Che questa è già una finzione il fatto di far diventare la sua realtà la tua finzione. Ogni nuovo cliente che arriva è la realtà che ci porta alla finzione. Sì, bella frase ma sono frasi indecise e dall’elettrauto mi sono chiesto perché quando io mi vado dall’elettrauto che so di andare a fare un esercizio di realtà, però c’è anche la finzione lì, che è una realtà costruita, diremmo, e questo è finto, ed è finto che parliamo di una realtà unica, e questa è una finzione vera, perché c’è quello che dice sì sono d’accordo e pure quello che dice no, non sono d’accordo, allora ecco apparire due realtà, almeno, ed ecco apparire al tempo stesso due finzioni, come minimo. Che una prima risposta io me la sono data guardando la parola italiana “elettrauto” che è l’anagramma di “tutto reale”. Che questa è una finzione, come la realtà sin qui descritta, evidentemente.
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