Che nel bar, a me, uno, che a me mi ha detto che cercava il silenzio al mondo perché che gli faceva pensare a Dio, il silenzio, con lettera maiuscola, Dio, non il silenzio, mi ha detto, perché uno può dire dio con la minuscola o anche con l’apostrofo d’io ma io intendo lui, egli, Dio, diceva. Io sono Dio, diceva, però io pensavo pure all’apostrofo in questa frase e lui a me mi diceva di no, solo la maiuscola, che mi ha detto maiuscolizza tutto, ti devo maiuscolizzare anche tu, mi ha detto. Che io ero entrato nel bar in cui non entro mai nei bar, per dire, però sbaglio, per dire, a questo punto me lo dico, che io desideravo un caffè e che mi sono ritrovato a parlare con Dio con la lettera maiuscola senza apostrofo. Che diceva che lui era Dio, quel Dio, e che mi diceva che cercava il silenzio al mondo per pensare a Dio mentre mi parlava, quasi nell’orecchio, mentre bevevo il mio caffè e con un po’ di corpo appoggiato al banco a me mi diceva tutte le cose che lui diceva a Dio, cioè a sé stesso, a me. Il caffè era buono. Dio pure. Mi ha offerto il caffè. Dio generoso.
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